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giovedì 5 febbraio 2015

Resisto dunque sono. Utilizzare lo sport per costruire la resilienza dei bambini. Capitolo otto.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

Utilizzare lo sport per costruire la resilienza dei bambini. Capitolo otto.

Esiste una legge in natura, sebbene nessuno l’abbia ancora formulata esplicitamente, che dice più o meno: "i migliori genitori (e tecnici) in senso sportivo sono quelli appagati e che non hanno bisogno di ricevere soddisfazioni da nessuno."

La resilienza del manager: Appendice.

Circondati da crititci!
Ricorda i tuoi fallimenti!
Tieniti su con la caffeina!
Perdi ogni speranza!
Sobbarcati di impegni!
Vendi la tua anima!
Fai tutto personalmente!
Resta sempre impreparato!
Soffri in silenzio!
Tratto da The little book of stress di Stuart e Linda Macfarlane.


La sindrome del weekend, per esempio, è legata semplicemente al fatto che durante la settimana lavorativa il soggetto riesce a “tiarare avanti” grazie all’aiuto del cortisolo endogeno che i suoi surreni sprigionano a tutt’andare.
Ma quando finalmente giunge l’agognata pausa il "controllo di gestione" interno decide che il cortisolo può essere risparmiato e tenuto in serbo per "tempi peggiori".
Improvvisamente cessa l’effetto endogeno antidolorifico e antifatica e la persona si sente distrutta.

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mercoledì 4 febbraio 2015

Resisto dunque sono. Resilienza. Come aumentare la propria (e l’altrui) resilienza. Capitolo sette.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

Resilienza. Come aumentare la propria (e l’altrui) resilienza. Capitolo sette.

E’ sciocco chiedere agli dei ciò che uno può procurarsi da solo.
(Cit Epicuro, 300 a.c. circa).

Noi siamo i diretti responsabili della gran parte dello stress che ci affligge.

La tecnica ABCDE esprime questo stesso punto di vista dicendo che C non è determinato in maniera automatica da A, ma che esso dipende soprattuto da B;
Dove A sta per Adversity: cioè la difficoltà, l’evento negativo;
B indica Beliefs, ossia le credenze del soggetto, e corrisponde in tutto e per tutto a quello che abbiamo definito "valutazione cognitiva";
C sono le Consequences, cioè le conseguenze in termini di comportamento, risposta emozionale e fisiologica.

Tuttavia siamo quasi sempre inconsapevoli che esista B, un pensiero che collega l’evento A alla risposta C.
Le nostre emozioni e i nostri comportamenti sono legati agli eventi che ci accadono, ma il nesso è molto più debole di quanto si creda: esso è infatti mediato da B, cioè dal nostro filtro cognitivo, dalla nostra interpretazione degli eventi.

D (Discussion) sta per messa in discussione delle convinzioni irrazionali, un passo fondamentale della tecnica ABCDE;
E (Effects) indica gli effetti derivanti dalla messa in discussione delle credenze sbagliate: in un certo senso potremmmo indicarla, per usare il linguaggio di questo libro, come la nuova valutazione cognitiva, il nuovo modo più efficace e realistico di vedere gli eventi.

Occorre comprendere che i pensieri sono solo pensieri, mentre la nostra reazione si basa invece sul convincimento che essi siano la Realtà con la R maiuscola.
Meditando ci si accorge che i pensieri vanno e vengono, ma spesso noi reagiamo a essi emotivamente e attuando comportamenti e azioni.

Possiamo decidere di passare la nostra vita a sognare, oppure decidere di stare con ciò che è qui-e-ora, qualunque cosa sia.


I pensieri negativi, se non vengono riconosciuti consapevolmente, innescano la produzione di routine automatiche di altri giudizi, emozioni, reazioni fisiche e stati d’animo negativi in una spirale distruttiva che si autoalimenta.

Queste routine vengono definite in gergo "proliferazioni mentali": sono attività di pensiero che trasformano le situazioni in problemi.

Lasciate al soggetto la possibilità di sbagliare.
E’ sui feedback correttivi dell’errore che si può costruire l’apprendimento.
Creando paura di sbagliare si inibisce l’apprendimento.

La glicemia cresce rapidissima, richiamando immediamentamente l’insulina a intervenire.
Il suo intervento provoca da una parte la rimozione del glucosio in eccesso (che viene indirizzato alle cellule adipose), dall’altra l’accumulo plasmatico di tripotofano che, trasformandosi in seratonina, ci regala una splendida sensazione di benessere che, per quanto limitata nel tempo, è assolutamente piacevole.

"Ci siamo fatti la nostra dose".
Come ogni buona droga lo zucchero scatena il rilascio di beta-endorfine, che sono mediatori cerebrali in grado di non farci sentire il dolore, e ci dona una sensazione di euforia e onnipotenza.
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Resisto dunque sono. Imparare a sperare. Capitolo sei.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

Imparare a sperare. Capitolo sei.

E’ sperare la cosa più difficile.
La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione.
(Cit. Charles Peguy).


La tentazione è vedere i problemi come insolubili, di pensare al negativo come permanente.
"Non ce la farò mai".
"Non cambierà mai nulla".
E’ quel "mai" a fregarci.
Perchè ce lo mettiamo noi.
Nella realtà non esitte.

Il pessimista di fronte a un insuccesso tende a generalizzarlo, a estenderlo da un ambito specifico a tutte le sue qualità.

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martedì 3 febbraio 2015

Resisto dunque sono. Rialzarsi: apprendere e ristrutturare. Capitolo cinque.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

Rialzarsi: apprendere e ristrutturare. Capitolo cinque.

Per quanto vivrai, continua a imparare a vivere. (Cit. Seneca).

Ciò che non ti uccide ti rende più forte. (Cit. friedrich Nietsche).

Quel che non ti strozza t’ingrassa (detto popolare).

In cinese l’ideogramma che rappresenta l’opportunità è inserito in quello che significa crisi.

Gli imprevisti, le difficoltà, i cambiamenti, persino il dolore rappresentano delle opportunità.


Se di un evento, in gran parte negativo, diciamo che è positivo, ci stiamo raccontando delle frottole.

E i desideri ancora irrealizzati possono essere visti come una ricchezza, come il possesso di una fonte motivazionale certa, invece che come fallimento o fonte di frustrazione.

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lunedì 2 febbraio 2015

Resisto dunque sono. Saper incassare, perseverare. Capitolo quattro.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

Saper incassare, perseverare. Capitolo quattro.

Saper incassare e stringere i denti, incamerare delusioni e sconfitte perseverando, patire disagi del corpo e della mente senza battere ciglio: sono capacità sempre più rare nella società attuale.
Eppure rappresentano la quint’essenza della resilienza.

Piccole delusioni, banali sconfitte quotidiane, addirittura una minima critica causano spesso ferite irrimediabili.

Paul Erhlich scoprì la cura contro la sifilide dopo aver fallito precedentemente seicentosei volte e dimostrando una tolleranza alla frustrazione oggi impensabile.

Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati.
Cit: Ernest Hemingway.


Perchè dovermi abituare a fare sacrifici mi ha temprato, mi ha reso più forte di tutti.


Preparati al peggio. Se proprio dovesse andare benissimo, sarai ancora più contento.
Aveva ragione.
L’anticipazione del negativo, le aspettative basse funzionarono egregiamente.

La fatica percepita è dunque tanto più intensa quanto inaspettata.

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venerdì 30 gennaio 2015

Resisto dunque sono. Impegno e controllo. Capitolo tre.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

Impegno e controllo: Capitolo tre.

Se ce la metto tutta, non posso perdere.
Forse non vincerò una medaglia d’oro, ma sicuramente vinco la mia battaglia personale.
E’ tutto qui. (Cit. Ian Thorpe).

Crederci è il primo passo. Ciò che consideriamo impossibile non riusciamo a realizzarlo.

Il segreto per far scaturire il ricorso all’impegno nelle vicende umane consiste nel vedere gli eventi come, almeno in parte,dipendenti da noi.

Parlare in termini di persone “fortunate” o sfortunate determina di per sè un certo tipo di destino.
Perchè a chi è sfortunato non si può fare più che dargli un pò di elemosina.


La cosa stupefacente è che conta poco il controllo effettivo: conta la convinzione di possederlo.

Un uomo può fallire molte volte, ma non diventa un fallito finchè non comincia a dare la colpa a qualcun altro. (Cit. Edgar Rice Burroughs).

Alla gente fa comodo pensare che ci sia sempre qualcun altro che “governa” il sistema e che tocchi sempre agli altri “pensare a fare le cose”.
Il vantaggio di questa abdicazione alla responsabilità stà nella conseguente disponibilità in termini di alibi: “Che c’entro io? E’ colpa sua!”.


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giovedì 29 gennaio 2015

Resisto dunque sono. La dura legge del bicchiere mezzo vuoto. Capitolo due.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

La dura legge del bicchiere mezzo vuoto. Capitolo due.

Anche se è comodo credere il contrario, la sensibilità allo stress è in gran parte prodotta da noi stessi: essa dipende da come interpretiamo gli eventi.
E da quanto ci pensiamo "forti": cioè in grado di fare fronte a quel determinato problema.

E’ un concetto chiave.
Le persone non sono stressate dagli eventi in sè, ma dal modo in cui li interpretano.

Le persone non sono stressate dai fatti ma da come li interpretano.

E qui entra in gioco un meccanismo che conviene conoscere a fondo per capire lo stress.
Madre Natura ha inserito dentro di noi, non intendo solo noi umani, ma anche tutti i vertebrati, una specie di software biologico finalizzato ad aumentare le probabilità di sopravvivenza in caso di minaccia.
Si tratta di quel fenomeno generale che è stato definito "Reazione di Lotta o fuga" (Fight or flight Response o FFR): di fronte a uno stimolo emozionale connesso alla percezione di una minaccia, alcuni centri nervosi provocano il rilascio nel sangue delle catecolamine.
Si tratta di una famiglia di ormoni, il cui rappresentante più celebre è l’adrenalina.



La "reazione di Lotta-fuga" continua a essere presente e funzionare dentro di noi, sebbene le sue occasioni di utilizzo ai fini della sopravvivenza siano sempre più rare nella società civilizzata.

Paradossalmente, questo meccanismo che doveva tutelare la sopravvivenza si è trasformato in una fornte di patologie legate allo stress.

Sono cambiate le fonti di minaccia: non più pericoli concreti, fisici, materiali.
Ma minacce molto più astrette e immateriali: l’insuccesso, le tasse da pagare, l’ingorgo nel traffico, i cattivi rapporti con colleghi e collaboratori.

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giovedì 22 gennaio 2015

Resisto dunque sono. L’arte di risalire sulla barca rovesciata. Capitolo uno.

Le frasi del libro: Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

L’arte di risalire sulla barca rovesciata. Capitolo uno.

Discendiamo da gente che è sopravvissuta a un’infinità di predatori, guerre, carestie, migrazioni, e catastrofi naturali e che ci ha trasmesso i propri geni. Oggi, tra le tante promesse da rotocalco, c’è posto anche per chi parla di "eliminare lo stress".
Non solo ciò è impossibile, ma sarebbe anche inutile: noi siamo costrutiti per convivere quotidianamente con lo stress.

A quanto pare, chi, di fronte a eventi stressanti, chiede un aiuto terapeutico o manifesta gravi forme di disagio rappresenta l’anomalia, non la regola.

Per esempio è senz’altro più redditizzio per la fiorente industria degli antidepressivi puntare sull’effetto delle molecole che ci "aiutano" ad afforontare la vita, piuttosto che favorire lo sviluppo della resilienza nelle persone.


Fa comodo anche a noi condividere una visione di noi stessi deboli e inermi sotto i colpi della vita; perchè questo ci permette di non impegnarci a fondo, di non prenderci fino in fondo tutte le responsabilità.
E, alla fine,ci consente pure di lamentarci. Tutti gli organismi viventi, di fronte agli stimoli ambientali, si adattano o muoiono: gli unici che contemplano una terza possibilità, quella di auto-commiserarsi, sono gli esseri umani.

Lo sport è una metafora della vita, una prova severa che, quasi per contratto, ti deve sottoporre a ogni tipo di difficoltà.

L’hagakure, il libro segreto dei samurai, paragona le persone a delle barche. E’ solo quando le acque si fanno agitate che diventa manifesta la differenza tra quelle che tengono il mare e quelle che non ce la fanno (I, 116).
Allo stesso modo, è nel mezzo delle turbolenze sportivo-esistenziali che diventa evidente la differenza tra l’atleta forte in tutti i sensi e quello che invece "ha solo motore".

Oggi, da paesi come i nostri, pieni di benessere, difficilmente emerge qualcuno. Siamo pieni di gente fisicamente azzeccatissima, selezionata e iper-allenata, ma che poi sotto pressione si rivela inconsistente.

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Pensieri frasi libri - Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono.

In questa pagina sono presenti i link alle frasi prese dal libro di PIetro Trabucchi "Resisto dunque sono", suddiviso per capitoli, in modo da poter ripercorrere quello che l'autore descrive nel testo del libro.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo uno: L’arte di risalire sulla barca rovesciata.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo due: La dura legge del bicchiere mezzo vuoto.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo tre: Impegno e controllo.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo quattro: Saper incassare, perseverare.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo cinque: Rialzarsi: apprendere e ristrutturare.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo sei: Imparare a sperare.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo sette: Resilienza. Come aumentare la propria (e l’altrui) resilienza.

Pietro Trabucchi: Resisto dunque sono. Capitolo otto: Utilizzare lo sport per costruire la resilienza dei bambini.

Riflessioni Frasi sulla resilienza.


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