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giovedì 6 febbraio 2014

Frasi Libri: Andre Agassi Open la mia storia. 1.

A nessuno piacciono i cambiamenti; i muscoli poi non li sopportano.
Il traguardo alla fine di una carriera non è diverso dal traguardo alla fine di un match. L'obiettivo è non perderlo di vista, perchè ha una forza magnetica. Quando ci sei vicino puoi sentire quella forza che ti attira e servirtene per tagliarlo. Ma subito prima di entrare nel suo campo di attrazione ne avverti una seconda, altrettanto forte, che ti respinge.

Una cosa che ho imparato in 29 anni di tennis; la vita ti getta tra i piedi qualsiasi cosa, tranne forse il lavello della cucina, e alla fine anche quello. Sta a te evitare gli ostacoli. Se lasci che ti fermino o ti distraggano, non stai facendo il tuo dovere, e non farlo ti provocherà dei rimpianti che ti paralizzeranno più di una schiena malandata.

E, per l'amor di Dio, goditela, o almeno cerca di gustarne alcuni momenti, perfino il dolore, perfino la sconfitta, se è questo che ti attende.

Quant'è più facile essere coraggiosi sotto un getto d'acqua calda. Ricordo a me stesso che in realtà non è questo il coraggio. Ciò che provi alla fine non conta; il coraggio stà in ciò che fai.

Capire la tua agitazione, decifrare ciò che ti dice del tuo stato mentale e fisico è il primo passo per controllarla e farla lavorare per te.

La borsa da tennis assomiglia molto al tuo cuore: devi saprere in ogni momento cosa c'è dentro.

Durante il cambio di campo vedo Baghdatis che si siede. Grave erroe. Un errore da giovani. Mai mettersi a sedere con i crampi. Mai dire al tuo corpo che può riposare e poi fargli: Stavo scherzando! Il tuo corpo è come lo Stato.
Ti dice: fà quello che vuoi, ma se ti colgo sul fatto non mi mentire.

Papà dice che quando tirava di boxe voleva sempre buscarsi il colpo migliore dell’avversario.
Me lo racconta un giorno sul campo da tennis: se sai di esserti beccato il colpo migliore di quell’altro, e sei ancora in piedi, e lui lo sa - gli strapperai il cuore.

Mi sento come se fossi stato su un’isola deserta, con nessuno con cui parlare ad eccezzione delle palme, fino all’arrivo di un altro naufrago riflessivo e sensibile che la pensa come me.

Quale altro peccato posso commettere per dimostrare al mondo che sono infelice e voglio tornare a casa?

Comunico al direttore del torneo che prenderò i soldi. Mentre quelle parole mi escono di bocca sento le mie possibili alternative svanire. Non so quali avrebbero potuto essere le alternative, ma il punto è proprio questo - non lo saprò mai.

L’ispirazione, dico a Philly - è questo il segreto.

Vorrei possedere un pò della rabbia di mio padre.
Vorrei potervi attingere durante gli ncotri più duri.
Mi chiedo cosa potrei fare in campo tennistico se potessi prendere quella rabbia e dirigerla al di là della rete. Invece, tutta la rabbia che provo la dirigo verso me stesso.

Dice: soltanto i forti sopravvivono, giusto?

Ci sono molti modi per diventare forti, dice Gil, e talvolta parlare è il migliore.

Que lindo es sonar despierto, dice. Com’è bello sognare ad occhi aperti. Sogni ad occhi chiusi, Andre. Sono capaci tutti di sognare dormendo, ma tu devi sognare sempre, e raccontare a voce alta i tuoi sogni, e crederci.

Non ti posso promettere che non ti stancherai, risponde. Ma sappi questo. Ci sono un sacco di belle cose per te al di là della stanchezza. Stancati, Andre. E’ li che conoscerai te stesso. Al di là della stanchezza.

Vincere non cambia niente. Adesso che ho vinto uno slam, so qualcosa che a pochissimi al mondo è concesso sapere.
Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanemente.

Dal nulla spunta sua madre. Ci diamo la mano. E' cordiale, ma sostenuta. Ho una strana sensazione. So istintivamente che, qualunque cosa accada, questa donna e io non andremo d’accordo.

Sono i tuoi occhi che trovo attraenti. E il tuo cuore. Non i tuoi capelli.

Brad dice ceh il mio problema fondamentale, il problema che rischia di metter prematuramente fine alla mia carriera - il problema che sembrerebbe un’eredità di mio padre - è il perfezionismo.

Cerchi sempre di essere perfetto senza riuscirci, dice, e questo ti fa andare fuori di testa. La tua fiducia in te stesso è distrutta e la colpa è del perfezionismo.

Se insegui la perfezione, se fai della perfezione il tuo obiettivo ultimo, sai che succede? Insegui qualcosa che non esiste.

La perfezione?
Saranno si è no cinque in un anno le volte che ti svegli perfetto, le volte che non puoi perdere con nessuno, ma non sono quelle cinque volte che fanno un tennista.

E' pensare positivo, capisci?


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