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venerdì 24 febbraio 2017

Leggere nella mente: cognizione rapida. In un batter di ciglia.

Sette secondi nel Bronx. la sottile arte della lettura della mente.

Soundview è la classica zona di New York dove finisci se sei un immigrato che cerca una casa a buon mercato e vicina a una stazione della metropolitana.
Per questo Amadou Diallo era andato ad abitare in Wheeler Avenue.
Nel 1999 Diallo, originario della Guinea, aveva ventidue anni e faceva il venditore ambulante a Manhattan.
Vendeva videocassette, guanti e calzini sul marciapiede della 14th Street.

Tre errori fatali.
Le forme forse più comuni, oltre che più importanti, di cognizione rapida sono i giudizi che formuliamo sugli altri, le idee che ne facciamo.
Ogni minuto che passiamo in presenza di qualcuno produciamo un flusso costante di predizioni e inferenze su ciò che questo qualcuno pensa e sente.

Quando una persona ci dice “ti amo”, la guardiamo negli occhi per verificarne la sincerità.

Quando incontriamo qualcuno per la prima volta, spesso cogliamo labili segnali che in seguito ci fanno dire, anche se la persona appena conosciuta ci ha parlato in modo labile e cordiale, “credo di non andarle a genio”, oppure “ho l’impressione che non sia molto felice”.

Tutti sappiamo leggere la mente altrui senza fatica e automaticamente, perchè gli indizi di cui abbiamo bisogno per capire una persona o una situazione sono li, sul volto di chi ci sta davanti.
Non saremo bravi come Paul Ekman o Silvan Tomkins nel leggere i volti, o nel cogliere momenti quasi impercettibili come la trasformazione di Kato Kaelin in un cane ringhioso, ma sul volto delle persone ci sono informazioni sufficientemente accessibili da rendere possibile quella lettura delle mente che operiamo ogni giorno.

Quando qualcuno ci dice “ti amo”, volgiamo immediatamente lo sguardo su di lui, o su di lei, perchè osservando il suo volto, posiamo sapere - o, perlomeno, capire molto meglio - se quel sentimento è autentico.
Vi leggiamo tenerezza o piacere, o vi vediamo lampeggiare una fugace microespressione di angoscia e infelicità?

Il caso classico che permette di capire cosa significa perdere la capacità di leggere la mente è quello dell’autismo.
Chi è colpito da tale sindrome soffre, per usare le parole dello psicologo inglese Simon Baron-Cohen, di “cecità mentale”.
Tutti quei processi umani che ho definito finora naturali e automatici gli risultano difficili, se non impossibili.
Ha difficoltà ad interpretare i segni non verbali come i gesti e le espressioni facciali, a penetrare nella mente altrui e a trarre elementi di comprensione se non dal significato letterale delle parole
Nell’autismo, l’apparato che presiede alle prime impressioni è inceppato, e la visione del mondo degli autistici illustra bene quello che accade quando manca la capacità di lettura della mente.

Nel guardare i volti, le persone normali utilizzavano una aprte del cervello detta “giro fusiforme”, un software cerebrale incredibilmente complesso che ci permette di distinguere fra le migliaia di volti che conosciamo.
Figuratevi nella mente il volto di Marilyn Monroe.
Fatto?
Ebbene, avete appena usato il vostro giro fusiforme.

Nel guardare una sedia, invece, gli stessi soggetti utilizzavano una parte del cervello completamente diversa e meno potente, il “giro temporale inferiore”, in genere riservato, appunto, agli oggetti.
La differenza di complessità fra le due aree spiega perchè si può riconoscere dopo quarant’anni una compagna di classe delle medie, mentre si ha qualche problema nell’individuare il proprio bagaglio sul nastro trasportatore dell’areoporto.

Quando ripetè l’esperimento con persone autistiche, Schultz scoprì che usavano l’area deputata al riconoscimento degli oggetti sia per le sedie sia per i volti.
In altre parole, sul piano neurologico più elementare, per il soggetto autistico il volto è solo un oggetto fra gli altri.

Come non chiedersi, però, se in talune circostanze non possa accadere anche a noi di pensare momentaneamente come Peter.
Se l’autismo e la cecità mentale fossero una condizione temporanea, anzichè cronica, non si potrebbe forse spiegare come mai persone altrimenti normali giungono a volte a conclusioni completamente e disastrosamente sbagliate?


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