Frasi Lance Armstrong. The fall. Ascesa e caduta.
Nella cavalcata finale che porta il plotone del Tour de France 1999 nel cuore di Parigi, Armstrong e la Postal Service tagliano il traguado sfrecciando alla veloctà più alta mai registrata, quaranta chilometri all’ora.
Alcuni esperti di marketing, come David Carter e Rick Burton, spiegano a USA Today che Armstrong potrebbe trasformarsi in una delle più trandi stelle dello sport americano, come Michael Jordan e Tiger Woods.
Armstrong scrive un’autobiografia, che sarà un best seller, dal titolo Non solo ciclismo, in cui racconta di come sia sopravvissuto al cancro e abbia vinto contro ogni previsione il Tour de France.
Il libro lo lancia nella stratosfera.
Nel 2000 incasserà cinque milioni di dollari per contratti come testimonial, oltre ai due milioni di paga, il che lo porterà allo stesso livello dei grandi campioni del football americano.
Nei giorni successi alla conclusione vittoriosa al Tour de France, Armstrong vola a new York su un jet della Nike per comparire in diversi talk show, compreso The Late Show with David Letterman.
Prossima fermata: la Casa Bianca, dove Armstrong regala al presidente Clinton una bicicletta.
Il cancro è stata la miglior cosa che potesse capitargli.
Ormai ignorano qualsiasi offerta inferiore al milione di dollari.
Armstrong afferma di “non essere più un privato, ma un’impresa”.
Durante il giro d’onore, un giornalista francese si è affiancato ad Armstrong e dalla sua motociclietta gli ha chiesto che cosa pensasse di quel successo.
"Quando la vita ti concede una seconda possibilità, allora vai fino in fondo".
Tempo prima si era sparsa la voce che al Tour sarebbe stato introdotto un nuovissimo test contro l’EPO, ragion per cui il team si era trovato costretto a tornare alla vecchia tecnica delle trasfusioni di sangue, per la quale non esiste nessuna analisi al mondo.
Quella che era iniziata come una passione innocente per le corse in bicicletta si era trasformata in una vita fatta di messaggi in codice, incontri clandestini e conversazioni furtive.
"Era in un sistema che ci garantiva un vantaggio assoluto", racconterà Vaughters.
"Nelle altre squadre potevano esserci al massimo uno o due corridori che si dopavano in quel modo, ma soltanto la Postal metteva a disposizione di ogni suo ciclista principale un piano così sofisticato."
La Nike, uno dei principali sponsor, prende le sue difese di fronte al pubblico americano, o almeno a coloro che credono a ciò che vedono nelle pubblicità televisive.
La società manda in un onda un nuovo spot con Armstrong protagonista.
Il campione fissa la telecamera e recita: “è il mio corpo, e ci facico quel che mi pare.
Posso spingerlo, studiarlo, modifcarlo, ascoltarlo.
Tutti vogliono sapere di cosa mi faccio.
Di cosa mifaccio?
Mi faccio il culo sei ore al giorno su una bici.
E tu di cosa ti fai?”
"Floyd, hai mai passato una bella giornata?" gli ha chiesto Zabriskie in quel frangente. "Si".
"Beh non ne vedrai mai un’altra, se la fai finita adesso".
Armstrong li ha soprannominati “scemo e più scemo”.
Tutti i membri della squadra che aveva vinto il primo Tour se ne sono ormai andati, tranne Hincapie e Vande Velde.
A quel punto, la squadra ingaggia Ferrari perchè aiuti gli atleti con il doping.
I diretti interessati spesso si incontrano nell’appartamento di Hincapie, che vive da solo, per iniettarsi EPO.
Portano sempre maglie con le maniche lunghe per nascondere i segni dei buchi.
Stapleton nega qualsiasi accenno alle presunte irregolarità di Armstrong.
Alla Coca Cola, uno degli sponsor della squadra, dice: “Sentite, lui non si droga, chiaro? Mi gioco la carriera su questo”.
Armstrong inizia a scrivere una seconda bografia, Every Second Counts (Ogni secondo conta), in cui respinge le accuse di doping.
Parla dell’indagine dei francesi sui rifiuti medici che la Postal Service ha gettato durante il Tour 2000.
Circa un mese prima del Tour 2002, Livington, allora all’ultimo anno nella Telekom di Jan Ullrich, gli ha suggerito di provare l’albumina, un concentrato di proteine del plasma umano che incrementa l’ematocrito.
Vaughters non sapeva se Livingston l’avesse mai usata, ma decide di sperimentarla su di sè dopo essersi documentato su Internet.
Ha acquistato il prodotto in una farmacia spagnola.
La nona tappa del Tour de france 2003 si corre in un giorno caldissimo del sud della Francia.
Nella cavalcata finale che porta il plotone del Tour de France 1999 nel cuore di Parigi, Armstrong e la Postal Service tagliano il traguado sfrecciando alla veloctà più alta mai registrata, quaranta chilometri all’ora.
Alcuni esperti di marketing, come David Carter e Rick Burton, spiegano a USA Today che Armstrong potrebbe trasformarsi in una delle più trandi stelle dello sport americano, come Michael Jordan e Tiger Woods.
Armstrong scrive un’autobiografia, che sarà un best seller, dal titolo Non solo ciclismo, in cui racconta di come sia sopravvissuto al cancro e abbia vinto contro ogni previsione il Tour de France.
Il libro lo lancia nella stratosfera.
Nel 2000 incasserà cinque milioni di dollari per contratti come testimonial, oltre ai due milioni di paga, il che lo porterà allo stesso livello dei grandi campioni del football americano.
Nei giorni successi alla conclusione vittoriosa al Tour de France, Armstrong vola a new York su un jet della Nike per comparire in diversi talk show, compreso The Late Show with David Letterman.
Prossima fermata: la Casa Bianca, dove Armstrong regala al presidente Clinton una bicicletta.
Il cancro è stata la miglior cosa che potesse capitargli.
Ormai ignorano qualsiasi offerta inferiore al milione di dollari.
Armstrong afferma di “non essere più un privato, ma un’impresa”.
Durante il giro d’onore, un giornalista francese si è affiancato ad Armstrong e dalla sua motociclietta gli ha chiesto che cosa pensasse di quel successo.
"Quando la vita ti concede una seconda possibilità, allora vai fino in fondo".
Tempo prima si era sparsa la voce che al Tour sarebbe stato introdotto un nuovissimo test contro l’EPO, ragion per cui il team si era trovato costretto a tornare alla vecchia tecnica delle trasfusioni di sangue, per la quale non esiste nessuna analisi al mondo.
Quella che era iniziata come una passione innocente per le corse in bicicletta si era trasformata in una vita fatta di messaggi in codice, incontri clandestini e conversazioni furtive.
"Era in un sistema che ci garantiva un vantaggio assoluto", racconterà Vaughters.
"Nelle altre squadre potevano esserci al massimo uno o due corridori che si dopavano in quel modo, ma soltanto la Postal metteva a disposizione di ogni suo ciclista principale un piano così sofisticato."
La Nike, uno dei principali sponsor, prende le sue difese di fronte al pubblico americano, o almeno a coloro che credono a ciò che vedono nelle pubblicità televisive.
La società manda in un onda un nuovo spot con Armstrong protagonista.
Il campione fissa la telecamera e recita: “è il mio corpo, e ci facico quel che mi pare.
Posso spingerlo, studiarlo, modifcarlo, ascoltarlo.
Tutti vogliono sapere di cosa mi faccio.
Di cosa mifaccio?
Mi faccio il culo sei ore al giorno su una bici.
E tu di cosa ti fai?”
"Floyd, hai mai passato una bella giornata?" gli ha chiesto Zabriskie in quel frangente. "Si".
"Beh non ne vedrai mai un’altra, se la fai finita adesso".
Armstrong li ha soprannominati “scemo e più scemo”.
Tutti i membri della squadra che aveva vinto il primo Tour se ne sono ormai andati, tranne Hincapie e Vande Velde.
A quel punto, la squadra ingaggia Ferrari perchè aiuti gli atleti con il doping.
I diretti interessati spesso si incontrano nell’appartamento di Hincapie, che vive da solo, per iniettarsi EPO.
Portano sempre maglie con le maniche lunghe per nascondere i segni dei buchi.
Stapleton nega qualsiasi accenno alle presunte irregolarità di Armstrong.
Alla Coca Cola, uno degli sponsor della squadra, dice: “Sentite, lui non si droga, chiaro? Mi gioco la carriera su questo”.
Armstrong inizia a scrivere una seconda bografia, Every Second Counts (Ogni secondo conta), in cui respinge le accuse di doping.
Parla dell’indagine dei francesi sui rifiuti medici che la Postal Service ha gettato durante il Tour 2000.
Circa un mese prima del Tour 2002, Livington, allora all’ultimo anno nella Telekom di Jan Ullrich, gli ha suggerito di provare l’albumina, un concentrato di proteine del plasma umano che incrementa l’ematocrito.
Vaughters non sapeva se Livingston l’avesse mai usata, ma decide di sperimentarla su di sè dopo essersi documentato su Internet.
Ha acquistato il prodotto in una farmacia spagnola.
La nona tappa del Tour de france 2003 si corre in un giorno caldissimo del sud della Francia.
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