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lunedì 4 aprile 2016

Frasi Lance Armstrong. The fall. Ascesa e caduta. Parte 3.

Frasi Lance Armstrong. The fall. Ascesa e caduta.

Uno dei medici chiede se Armstrong abbia mai utilizzato farmaci per migliorare le sue prestazionisprtive.
Comincia a elencare:”Ormone della cresciata, cortisone, eritropoietina, steroidi e testosterone.


Tutto ciò che Betsy sa degli steroidi è che il velocista canadese Ben Johnson si è fatto beccare ai giochi olimpici di Seul del 1988, subito dopo aver vinto i 100 metri piani.

Tutti sapevano che i ciclisti professionisti prendevano l’EPO.

La maggior parte degli oncologi sostiene che sia impossibile sapere con precisione se l’uso dei farmaci proibiti possa aver scatenato il cancro di Armstrong o aver accellerato il decorso di uno già esistente.

Comunque sia, la gente continua ad amarlo.
Sono molti quelli che vedono in lui ciò che vorrebbero vedere in se stessi: la generosità, la gentilezza e soprattutto il coraggio necessario per sopravvivere al cancro e tornare al lavoro e della vita.

Neal sa bene che Armstrong ha ripreso a doparsi.
Infatti, nel momento stesso in cui raccoglieva finanziemnti per la sua fondazione, Lance stava già cercando di procurarsi l’EPO negli Stati Uniti, subito dopo aver smesso di assumerla nell’ambito della chemioterpia.

All’epoca della sua prima grande competizione a tappe, la Vuelta a Espana 1995, dov’era ancora pulito, Hincapie aveva faticato a stare dietro al tipo “più grasso e fuori forma della corsa.
Ecco quant’era difficle.
Proprio allora si era reso conto che, per quanto si fosse allenato, non abrebbe mai vinto senza il doping.

Doparsi e poi pulirsi appena in tempo per il test antidoping non è poi cosi complicato.

Non c’è corridore che possa permettersi di restare pulito e nel contempo stare al passo con i colleghi.

I suoi colleghi era soliti recirare il vecchio motto di Jacques Anquetil, cinque volte vincitore del Tour de France: "Lasciatemi in pace: tutti si dopano", oppure ripetevano quanto dichiarato da Fausto Coppi a un giornalista televisivo, e cioè che i ciclisti si dopavano solo quando ne avevano bisogno, ossia "quasi sempre".




L’immagine con cui Leblanc promuove l’edizione del 1999 è emblamatica: "Il Tour della rinascita".
Non tutti ci credono.
Alcuni recenti episodi fanno pensare altrimenti.
Soltanto un mese prima, Marco Pantani, il vincitore del Tour precedente, è stato espulso dal Giro d’Italia: il suo ematocrito ha raggiunto quota cinquantadue, un valore che lasciava ipotizzare l’uso di sostanze illecite.
Sospeso per quindici giorni, Pantani ha deciso di rinunciare al Tour de France. Il campione in carica non difenderà il suo titolo.

Antoine Vayer riferisce a David Walsh, un reporter del Sunday Times di Londra, come i corridori siano diventati addirittura dipendenti da quelle sostanze, da tanto ne hanno abusato.
"Li prendono quando sono stressati, giù di corda o incasinati per qualche altro motivo", afferma.
"Vogliono una vita senza stress. E’ una mentalità da tossici".

Ormai abituato al doping, Vaugheters accetta sempre.
Farsi inieizioni, a volte anche cinque in un’unica seduta, è diventata routine: la routine necessaria perchè Armstrong vinc il Tour de France.

Ma come sesso capita nella guerra tra consumatori e giutizia, i dopati si mantengono costantemente un passo avanti alle autorità.

L’ematocrito di aughters è 0,001 sotto il massimo consentito.
Hincapie, il velocista, è anche lui a 49,999.
Armstrong a 49,4.
"La squadra è pronta", commenta quest’ultimo.


Quel giorno Robin e Bassons finiscono la tappa in fondo al gruppo, e sanno bene perchè: doping.
Bassons si era già dichiarato l’unico corridore pulito della Festina, nell’edizione precedente.

Sebbene qualcuno non ne sia affatto al corrente, una delle sostanze propinate indiscriminatamente a tutti è l’Actovegin, un estratto di sangue di vitello che migliora la circolazione e accellera la guarigione nelle persone colpite da ictus.
E’ solo uno dei tanti farmaci sugli scaffali della "farmacia volante" della Postal Service.


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