Lo IAT (Implicit Association Test - Test di associazione implicita), elaorato da Anthony G. Greenwald, Mahzarin Benaji e Brian Nosek, si basa su un’osservazione apparentemente lapalissiana, ma ugulmente profonda.
Noi operiamo molto più velocemente connessioni fra due idee già accoppiate nella nostra mente che fra idee il cui accoppiamento non ci è famigliare.
Che cosa significa?
Facciamo un esempio.
Qui sotto c’è una lista di parole.
Prendete una matita e una penna e assegnate ogni nome alla categoria cui appartiene mettendo una crocetta alla sua sinistra o alla sua destra.
Potete anche segnare con il dito la colonna giusta.
Basta che lo facciate il più velocemente possibile.
Maschio Femmina
Giovanni
Roberto
Anna
Barbara
Cristina
Massimo
Rita
Giorgio
Lisa
Matteo
Sara
Facile vero?
Ed è facile perchè, quando sentiamo o leggiamo un nome come Giovanni, Roberto o Barbara, non abbiamo neppure bisogno di pensare se è femminile o maschile.
Nella nostra mente c’è una forte associazione a priori fra il nome Giovanni e il genere maschile, e il nome Lisa e il genere femminile.
Ora facciamo uno IAT vero e proprio.
Funziona allo stesso modo, ma adesso mischierò due categorie del tutto distinte.
Maschio o carriera Femmina o famiglia
Lisa
Matteo
Bucato
Affari
Giovanni
Commerciante
Roberto
Capitalista
Barbara
Cristina
Casa
Corporation
Parenti
Rita
Giorgio
Cucina
Lavori domensitci
Genirori
Sara
Massimo
Ora provate con questo:
Maschio o Famiglia Femmina o carriera
Bebè
Sara
Massimo
Commerciante
Impiego
Givanni
Roberto
Barbara
Collaborazione domestica
Affari
Ufficio
Cristina
Rita
Nipoti
Nonni
Giorgio
Casa
Lisa
Corporation
Matteo
Avete notato la differenza?
E’ stato un pò più difficile del test precedente vero?
Se siete come la maggior parte delle persone, ci avrete messo un pò più di tempo alla parola “Affari” alla categoria “Carriera” quando quest’ultima era accopppiata con ”Femmina” che quando era accoppiata con “Maschio”.
Il motivo è che in quasi tutti noi ciò che è connesso alla carriera si associa mentalmente più all’idea di maschile che all’idea di femminile.
Una delle ragioni per cui lo IAT è divenuto negli ultimi anni così popolare come strumento di ricerca è che gli “effetti” che misura non sono sottili.
Si tratta di un genere di test le cui conclusioni balzano agil occhi.
“Quando c’è una forte associazioni a priori” dice Greenwald “la velocità di risposta si colloca fra i quattrocento e i seicento millisecondi.
Quando non c’è, possono volerci dai duecento ai trecento millisecondi in più, il che, in questo genere di “effetti” è un’enormità.
Se volete cimentarvi con uno IAT computerizzato, visitate il sito https://implicit.harvard.edu/implicit/
Vi troverete numerosi test, fra cui il più famoso di tutti, lo IAT sulla razza.
Innanzitutto ci sono gli atteggiamenti consci.
Quello che scegliamo di credere.
I nostri valori dichiarati, in base ai quali orientiamo deliberatamente il modo di comportarci.
Ma lo IAT misura qualcos’altro.
Misura i nostri atteggiamenti raziali a un secondo livello, quello inconscio.
Le associazioni immediate, automatiche, che facciamo prima di avere il tempo di pensare.
Gli atteggiamenti inconsci non li scegliamo deliberatamente.
L’aspetto inquietante di questo test è che rivela come i nostri atteggiamenti inconsci possano essere del tutto incompatibili con i valori consci che professiamo.
La maggior parte dei venditori d’auto tendono a commettere classici errori Warren Harding.
Vedono una persona e, in qualche modo, lasciano che l’idea che se ne fanno in base all’apsetto prenda il sopravvento su ogni altra informazione che riescono a raccogliere in quel primo istante.
Golomb, invece, si sforza di essere più selettivo.
Tiene le antenne alzate, pronte a raccogliere se il cliente è sicuro di se o pieno di dubbi, se sa il fatto suo o è ingenuo, se è uno che tende a fidarsi o un sospettoso, ma da questa infinità di fette sottili di informazione cerca di eliminare le impressioni basate unicamente sull’aspetto fisico.
Il segreto del suo successo è che ha deciso di combattere l’errore Warren Harding.
Se qualcosa avviene al di fuori della coscienza, che cosa ci puoi fare?
La risposta è che di fronte alle nostre prime impressioni non siamo impotenti
Che qualcosa sia fuori della portata della coscienza non significa che sia fuori controllo.
Le nostre prime impressioni sono generate dalle esperienze che abbiamo fatto e dall’ambiente in cui viviamo, il che significa che possiamo cambiarle, cambiando le esperienze che generano quelle impressioni.
Indietro < Decisioni istantanee.
Avanti > La sfida Pepsi e la New Coke.
La recensione del libro In un batter di ciglia di Malcolm Gladwell.
Inoltre potrebbe interessarti il tema della RESILIENZA.
Oppure "Saper incassare, perseverare."
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Noi operiamo molto più velocemente connessioni fra due idee già accoppiate nella nostra mente che fra idee il cui accoppiamento non ci è famigliare.
Che cosa significa?
Facciamo un esempio.
Qui sotto c’è una lista di parole.
Prendete una matita e una penna e assegnate ogni nome alla categoria cui appartiene mettendo una crocetta alla sua sinistra o alla sua destra.
Potete anche segnare con il dito la colonna giusta.
Basta che lo facciate il più velocemente possibile.
Maschio Femmina
Giovanni
Roberto
Anna
Barbara
Cristina
Massimo
Rita
Giorgio
Lisa
Matteo
Sara
Facile vero?
Ed è facile perchè, quando sentiamo o leggiamo un nome come Giovanni, Roberto o Barbara, non abbiamo neppure bisogno di pensare se è femminile o maschile.
Nella nostra mente c’è una forte associazione a priori fra il nome Giovanni e il genere maschile, e il nome Lisa e il genere femminile.
Ora facciamo uno IAT vero e proprio.
Funziona allo stesso modo, ma adesso mischierò due categorie del tutto distinte.
Maschio o carriera Femmina o famiglia
Lisa
Matteo
Bucato
Affari
Giovanni
Commerciante
Roberto
Capitalista
Barbara
Cristina
Casa
Corporation
Parenti
Rita
Giorgio
Cucina
Lavori domensitci
Genirori
Sara
Massimo
Ora provate con questo:
Maschio o Famiglia Femmina o carriera
Bebè
Sara
Massimo
Commerciante
Impiego
Givanni
Roberto
Barbara
Collaborazione domestica
Affari
Ufficio
Cristina
Rita
Nipoti
Nonni
Giorgio
Casa
Lisa
Corporation
Matteo
Avete notato la differenza?
E’ stato un pò più difficile del test precedente vero?
Se siete come la maggior parte delle persone, ci avrete messo un pò più di tempo alla parola “Affari” alla categoria “Carriera” quando quest’ultima era accopppiata con ”Femmina” che quando era accoppiata con “Maschio”.
Il motivo è che in quasi tutti noi ciò che è connesso alla carriera si associa mentalmente più all’idea di maschile che all’idea di femminile.
Una delle ragioni per cui lo IAT è divenuto negli ultimi anni così popolare come strumento di ricerca è che gli “effetti” che misura non sono sottili.
Si tratta di un genere di test le cui conclusioni balzano agil occhi.
“Quando c’è una forte associazioni a priori” dice Greenwald “la velocità di risposta si colloca fra i quattrocento e i seicento millisecondi.
Quando non c’è, possono volerci dai duecento ai trecento millisecondi in più, il che, in questo genere di “effetti” è un’enormità.
Se volete cimentarvi con uno IAT computerizzato, visitate il sito https://implicit.harvard.edu/implicit/
Vi troverete numerosi test, fra cui il più famoso di tutti, lo IAT sulla razza.
Innanzitutto ci sono gli atteggiamenti consci.
Quello che scegliamo di credere.
I nostri valori dichiarati, in base ai quali orientiamo deliberatamente il modo di comportarci.
Ma lo IAT misura qualcos’altro.
Misura i nostri atteggiamenti raziali a un secondo livello, quello inconscio.
Le associazioni immediate, automatiche, che facciamo prima di avere il tempo di pensare.
Gli atteggiamenti inconsci non li scegliamo deliberatamente.
L’aspetto inquietante di questo test è che rivela come i nostri atteggiamenti inconsci possano essere del tutto incompatibili con i valori consci che professiamo.
La maggior parte dei venditori d’auto tendono a commettere classici errori Warren Harding.
Vedono una persona e, in qualche modo, lasciano che l’idea che se ne fanno in base all’apsetto prenda il sopravvento su ogni altra informazione che riescono a raccogliere in quel primo istante.
Golomb, invece, si sforza di essere più selettivo.
Tiene le antenne alzate, pronte a raccogliere se il cliente è sicuro di se o pieno di dubbi, se sa il fatto suo o è ingenuo, se è uno che tende a fidarsi o un sospettoso, ma da questa infinità di fette sottili di informazione cerca di eliminare le impressioni basate unicamente sull’aspetto fisico.
Il segreto del suo successo è che ha deciso di combattere l’errore Warren Harding.
Se qualcosa avviene al di fuori della coscienza, che cosa ci puoi fare?
La risposta è che di fronte alle nostre prime impressioni non siamo impotenti
Che qualcosa sia fuori della portata della coscienza non significa che sia fuori controllo.
Le nostre prime impressioni sono generate dalle esperienze che abbiamo fatto e dall’ambiente in cui viviamo, il che significa che possiamo cambiarle, cambiando le esperienze che generano quelle impressioni.
Indietro < Decisioni istantanee.
Avanti > La sfida Pepsi e la New Coke.
La recensione del libro In un batter di ciglia di Malcolm Gladwell.
Inoltre potrebbe interessarti il tema della RESILIENZA.
Oppure "Saper incassare, perseverare."
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