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venerdì 3 giugno 2016

Esercizi Tennis: Autoipnosi e Fermarsi.

Frasi del libro: Lo zen e l'arte di giocare a Tennis.
Esercizi Tennis: Autoipnosi.


Parleremo di una tecnica chiamata autoipnosi, molto utile quando ci accorgiamo di avere un atteggiamento negativo, di vederci innervositi troppo, di essere influenzati dalle emozioni nel nostro modo di giocare.
La si può usare soprattutto nei tempi morti, fra uno scambio e l’altro, e durante i cambi campo.

"Non puoi perdere questo punto.
Se perdi questo punto sei veramente nei guai!".
Quando sento questa voce so di essere veramente nei guai.

In inglese queste si chiamano self fulfilling prophecies, profezie che si avverano da sole, e sono tipiche della mente, che ti dice che non puoi permetterti di perdere quel punto, ma intanto crea una situazione di tale tensione, paura e insicurezza, che si finisce proprio per perdere e allora, con grande soddisfazione commenta: "Te l’avevo detto, brutto idiota, di stare attento: ora hai perso quel punto importante e probabilmente perderai tutta la partita!".



Frasi del libro: Lo zen e l'arte di giocare a Tennis.
Esercizi Tennis: Fermarsi.


Fermarsi è una cosa molto importante.
Cosa succede, di solito, quando facciamo un errore, o ci troviamo in un momento difficile della partita?
Quasi tutti tendiamo a reagire muovendoci di gran fretta, perchè vogliamo sfuggire a quel momento di difficoltà, sperando che le cose inizino, miracolosamente, ad andare meglio togliendoci dagli impicci.
Ma di solito, accade esattamente il contrario: le cose vanno sempre peggio e un errore tira l’altro.

Avrete notato che, quando si tratta degli altri, sia nel tennis che nella vita, tutti sappiamo esattamente qual’è la soluzione del problema che li affligge.
Quando invece lo stesso problema affligge noi, non sappiamo assolutamente cosa fare e ci disperiamo, come se all’improvviso fossimo diventati completamente ciechi e incapaci.
Perchè questo?
Perchè, quando analizziamo i problemi altrui, siamo spettatori esterni, non ci identifichiamo con quello che avviene, non siamo coinvolti.
Quando invece siamo noi ad avere un problema, siamo totalmete identificati, diventiamo quel problema e, dall’interno, non abbiamo nessuna possibilità di risolverlo.

Basta guardare come si comportano in campo i professionisti: non hanno fretta.



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