Frasi Lance Armstrong. The fall. Ascesa e caduta.
Non sono ancor passati tre mesi dalla pubblicazione del rapporto dell’USADA quando Armstrong telefona alla sua amica Oprah Winfrey, la famosa presentatrice americana.
"Rispondi solo si o no: hai mai assunto farmaci vietati per migliorare la tua prestazione atletica?".
Seduto a fianco di Oprah Winfrey per un’intervista televisiva "senza restrizioni" Armstrong fa un sospiro davanti a quattro milioni e trecentomila telespettatori.
"Si".
"Fra queste sostanze c’era anche l’EPO?".
"Si."
"Ti sei mai sottoposto a emodoping o a trasfusioni per migliorare le tue prestaizoni sportive?".
"Si."
"Hai mai usato altre sostanze vietate come testosterone, cortisone o ormone della resictta?".
"Si.”
"Durante i sette Tour de france che hai vinto, hai mai usato sostanze vietate o sei mai ricorso all’emodoping?".
"Si".
"Era umanamente possibile vincere il Tour de france senza il doping, per sette volte?".
"No, credo di no".
Armstrong e i compagni della RadioShack si presentano alla linea di partenza di quell’ultima tappa del Tour indossando una divisa completamente nera e con il numero 28 stampato in giallo sul dornso.
Quelli della Livestrong spiegano che ventottomilioni è il numero di persone che vivono con il cancro intorno al globo.
“Mi chiedevano del doping di Lance, ma all’epoca dei fatti doparsi era come andare in bagno. Non saprei dirti quante volte l’ho visto andare in bagno”.
Ovunque si giri, Armstrong vede il proprio mondo sgretolarsi. Hanno rintracciato il suo vecchio massaggiatore, Hendershot, che ora dirige un centro per addestramento cani in Colorado. Hendershot si è rifiutatato di parlare a meno di essere costretto, perchè sostiene che negli anni novanta tutti si dopavano. Non ritiene giusto prendersela solo con Armstrong. "Il ciclismo è uno sport dopato, ecco tutto", dichiara. "E sempre lo sarà". Gli americani non amano perseguire i loro eroi dello sport, per quanto dopati possano essere.
Ma non vincono.
Il sabato prmia del Super Bowl, il 3 febbraio 2012, sul sito web dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della California appare il comunicato stampa numero 12-024.
E’ intitolato: “Il procuratore chiude indagine su squadra ciclistica professionistica”.
Ma i festeggiamenti sono prematuri.
Pochi minuti dopo, infatti compare un comunicato stampa sul sito web dell’USADA.
Il 28 giugno, dopo aver definito il caso USADA contro di lui, "anticostituzionale", e "una caccia alle streghe", Armstrong riceve una lettera di quindici pagine dall’agenzia antidoping.
In qul momento si trova in Franciia e si sta allenanando per un Ironman, il suo nuovo sport preferito.
Ha già vinto diversi mezzii Ironman, e il suo obbiettivo è qualificarsi per i campionati del mondo di quella disicplina, che si tengono annualmente a Kona nelle Hawaii.
Il 25 giugno 2012, Eddie Charles Gunderson, in famiglia chiamato Sonny, muore.
Tre giorni dopo c’è anche il funerale.
E’ lo stesso giorno in cui l’USADA accusa formalmente Armstrong di essere stato al centro di un programma di doping durante i suoi tour vittoriosi.
Armstrong ha usato l’EPO.
Tre giorni dopo, Armostrong fa qualcosa che non ha mai fatto: smette di lottare.
“Prima o poi tutti arrivano a un punto in cui si dicono: adesso basta.
Per me, quel momento è ora”, afferma in una dichiarazione.
Un avvocato di Washington, Mark Levistein, gli ha consigliato di non entrare in un arbitrato con l’USADA, perchè in quei casi gli atleti no vincono mai.
Armstrong ha quindi deciso di accettare le accuse e la pena: squalifica da tutti gli sport olimpici a vita.
Perderà anche i sette titoli conquistati al Tour, oltre alla medaglia di bronzo delle Olimpiadi 2000 e a tutti gli altri titoli e premi in denaro vinti dall’agosto 1998 in poi.
In realtà non è pronto ad accettare queste sanzioni.
Alle dieci del mattino, Armstrong posta un tweet: “eroi in combattimento e oltre, #SempreFi”.
Aggiunge un link a un articolo su un marine di Pensacola, in Florida, che aveva portato un undicenne al traguardo durnte una gara di triathlon.
Il ragazzo aveva perso la gamba destra a causa di un cancro alle ossa.
I sordidi dettagli sono nel libro-rivelazione di Tyler Hamilton: La corsa segreta, pubblicato nel settembre del 2012.
Nel giro di poche ore, gli sponsor abbandonano la nave.
La Nike se ne va.
Poi anche la Trek, Oakley, Giro, RadioShack, Anheuser-Busch, FSR (che produce sport drink) e Honey Stinger (barrette energetiche).
La Nike rilascia una dichiarazione in cui in pratica accusa Armstrong di aver nascosto informazioni fondamentali alla società: “A causa delle prove apparentemente inconfutabili secondo cui Lance Armsotrng ha preso parte a un programma di doping e ha ingannato la Nike per più di dieci anni, è con enorme rammarico che abbiamo recisso il contratto che avevamo stipulato con lui”.
Come se i campioni del passato, il belga Eddy Merckx, ad esempio, o il francese Jacques Anquetil o Fausto Coppi, o forse la maggior parte dei vincitori di quella competizione più che centenaria, non fossero mai risultati positivi ai test e/o non avessero mai ammesso che il doping era parte integrante del loro sport.
Ma è solo Armstrong a finire nell’occhio del ciclone, a farsi carico di tutte le colpe del ciclismo.
A chiunque lo stia ad ascolare ribadisce: perchè i miei compagni di squadra, come Vande Velde e Hincapie, si sono beccati sei mesi, mentre a me hanno dato la pena capitale?
Armstrong riflesse.
Sostiene di essere stato ingiustametne incolpato per un’intera epoca di frodi sportive.
"Se qualcuno pensa che ho imbrogliato per vincere il Tour del France, è un idiota del cazzo",escalma.
Ho infranto le regole.
"Mica solo io.
Tutti lo facevano.
Tutti i duecento ciclisti alla partenza della gara infrangevano le regole."
Non sono ancor passati tre mesi dalla pubblicazione del rapporto dell’USADA quando Armstrong telefona alla sua amica Oprah Winfrey, la famosa presentatrice americana.
"Rispondi solo si o no: hai mai assunto farmaci vietati per migliorare la tua prestazione atletica?".
Seduto a fianco di Oprah Winfrey per un’intervista televisiva "senza restrizioni" Armstrong fa un sospiro davanti a quattro milioni e trecentomila telespettatori.
"Si".
"Fra queste sostanze c’era anche l’EPO?".
"Si."
"Ti sei mai sottoposto a emodoping o a trasfusioni per migliorare le tue prestaizoni sportive?".
"Si."
"Hai mai usato altre sostanze vietate come testosterone, cortisone o ormone della resictta?".
"Si.”
"Durante i sette Tour de france che hai vinto, hai mai usato sostanze vietate o sei mai ricorso all’emodoping?".
"Si".
"Era umanamente possibile vincere il Tour de france senza il doping, per sette volte?".
"No, credo di no".
Armstrong e i compagni della RadioShack si presentano alla linea di partenza di quell’ultima tappa del Tour indossando una divisa completamente nera e con il numero 28 stampato in giallo sul dornso.
Quelli della Livestrong spiegano che ventottomilioni è il numero di persone che vivono con il cancro intorno al globo.
“Mi chiedevano del doping di Lance, ma all’epoca dei fatti doparsi era come andare in bagno. Non saprei dirti quante volte l’ho visto andare in bagno”.
Ovunque si giri, Armstrong vede il proprio mondo sgretolarsi. Hanno rintracciato il suo vecchio massaggiatore, Hendershot, che ora dirige un centro per addestramento cani in Colorado. Hendershot si è rifiutatato di parlare a meno di essere costretto, perchè sostiene che negli anni novanta tutti si dopavano. Non ritiene giusto prendersela solo con Armstrong. "Il ciclismo è uno sport dopato, ecco tutto", dichiara. "E sempre lo sarà". Gli americani non amano perseguire i loro eroi dello sport, per quanto dopati possano essere.
Ma non vincono.
Il sabato prmia del Super Bowl, il 3 febbraio 2012, sul sito web dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della California appare il comunicato stampa numero 12-024.
E’ intitolato: “Il procuratore chiude indagine su squadra ciclistica professionistica”.
Ma i festeggiamenti sono prematuri.
Pochi minuti dopo, infatti compare un comunicato stampa sul sito web dell’USADA.
Il 28 giugno, dopo aver definito il caso USADA contro di lui, "anticostituzionale", e "una caccia alle streghe", Armstrong riceve una lettera di quindici pagine dall’agenzia antidoping.
In qul momento si trova in Franciia e si sta allenanando per un Ironman, il suo nuovo sport preferito.
Ha già vinto diversi mezzii Ironman, e il suo obbiettivo è qualificarsi per i campionati del mondo di quella disicplina, che si tengono annualmente a Kona nelle Hawaii.
Il 25 giugno 2012, Eddie Charles Gunderson, in famiglia chiamato Sonny, muore.
Tre giorni dopo c’è anche il funerale.
E’ lo stesso giorno in cui l’USADA accusa formalmente Armstrong di essere stato al centro di un programma di doping durante i suoi tour vittoriosi.
Armstrong ha usato l’EPO.
Tre giorni dopo, Armostrong fa qualcosa che non ha mai fatto: smette di lottare.
“Prima o poi tutti arrivano a un punto in cui si dicono: adesso basta.
Per me, quel momento è ora”, afferma in una dichiarazione.
Un avvocato di Washington, Mark Levistein, gli ha consigliato di non entrare in un arbitrato con l’USADA, perchè in quei casi gli atleti no vincono mai.
Armstrong ha quindi deciso di accettare le accuse e la pena: squalifica da tutti gli sport olimpici a vita.
Perderà anche i sette titoli conquistati al Tour, oltre alla medaglia di bronzo delle Olimpiadi 2000 e a tutti gli altri titoli e premi in denaro vinti dall’agosto 1998 in poi.
In realtà non è pronto ad accettare queste sanzioni.
Alle dieci del mattino, Armstrong posta un tweet: “eroi in combattimento e oltre, #SempreFi”.
Aggiunge un link a un articolo su un marine di Pensacola, in Florida, che aveva portato un undicenne al traguardo durnte una gara di triathlon.
Il ragazzo aveva perso la gamba destra a causa di un cancro alle ossa.
I sordidi dettagli sono nel libro-rivelazione di Tyler Hamilton: La corsa segreta, pubblicato nel settembre del 2012.
Nel giro di poche ore, gli sponsor abbandonano la nave.
La Nike se ne va.
Poi anche la Trek, Oakley, Giro, RadioShack, Anheuser-Busch, FSR (che produce sport drink) e Honey Stinger (barrette energetiche).
La Nike rilascia una dichiarazione in cui in pratica accusa Armstrong di aver nascosto informazioni fondamentali alla società: “A causa delle prove apparentemente inconfutabili secondo cui Lance Armsotrng ha preso parte a un programma di doping e ha ingannato la Nike per più di dieci anni, è con enorme rammarico che abbiamo recisso il contratto che avevamo stipulato con lui”.
Come se i campioni del passato, il belga Eddy Merckx, ad esempio, o il francese Jacques Anquetil o Fausto Coppi, o forse la maggior parte dei vincitori di quella competizione più che centenaria, non fossero mai risultati positivi ai test e/o non avessero mai ammesso che il doping era parte integrante del loro sport.
Ma è solo Armstrong a finire nell’occhio del ciclone, a farsi carico di tutte le colpe del ciclismo.
A chiunque lo stia ad ascolare ribadisce: perchè i miei compagni di squadra, come Vande Velde e Hincapie, si sono beccati sei mesi, mentre a me hanno dato la pena capitale?
Armstrong riflesse.
Sostiene di essere stato ingiustametne incolpato per un’intera epoca di frodi sportive.
"Se qualcuno pensa che ho imbrogliato per vincere il Tour del France, è un idiota del cazzo",escalma.
Ho infranto le regole.
"Mica solo io.
Tutti lo facevano.
Tutti i duecento ciclisti alla partenza della gara infrangevano le regole."
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