Uno dei tanti miti riguardo la divisione fra arti marzili esterne ed interne racconta che nel luogo d'origine delle arti marziali, il tempio cinese di Shaolin, tutti i monaci seguissero un programma di addestramento totale che in dieci anni produceva guerrieri perfetti.
Gli insegnamenti conciliavano la forza e la mente, lo yin con lo yang. Tuttavia le continue guerre e il bisogno di sempre nuovi guerrieri portarono ad abbreviare questo percorso di formazione a soli due anni e a comprendervi solo le arti esterne, che si potevano apprendere più velocemente ed erano di più immediata utilità poratica.
Quando si comincia a studiare le arti marziali, si viene quasi subito travolti dalla mitologia che hanno generato, da un misticismo popolare che il mondo occidentale ha fatto proprio negli ultimi cento anni: il taoismo, le magiche virtù curative del tai chi, l'archetipo dell'asiatico dei tempi antiche che può fare miracoli, ed è un pozzo di saggezza confuciana e taoista.
C'è una gran quantità di leggende: maestri di tai chi che possono spostare le persone senza toccarle, o radicarsi al suolo in modo tale che nemmeno sette uomini, combinando le loro forze, riescono a spingerli via (qualcosa di analogo alla levitazione dello yogi, insomma). Tutti conosciamo il personaggio dell'anziano maestro che allena il giovane guerriero nei film di kung fu, un'icona ricorrente da Karate Kid a Kill Bill.
Le MMA, naturalmente, sono state il banco di prova ultimo per tutti quei tipi che affermavano di possedere tecniche cosi letali da non poterle neppure praticare, e che finivano regolarmente presi a calci.
Il kung fu, con le sue rigide stilizzazioni e l'enfasi sulle forme, è il principale imputato di questa categoria.
Il Team MFS ha una maglietta con questa scritta: "Team Miletich: qui il vostro kung fu non funziona".
Parte successiva del libro "Cuore Guerriero". AVANTI.
A questa pagina l'indice di tutte le frasi pubblicate con i loro pensieri.
Frasi e Pensieri Cuore guerriero. Indice.
Inoltre potrebbe interessarti il tema della RESILIENZA.
Oppure "Saper incassare, perseverare."
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Gli insegnamenti conciliavano la forza e la mente, lo yin con lo yang. Tuttavia le continue guerre e il bisogno di sempre nuovi guerrieri portarono ad abbreviare questo percorso di formazione a soli due anni e a comprendervi solo le arti esterne, che si potevano apprendere più velocemente ed erano di più immediata utilità poratica.
Quando si comincia a studiare le arti marziali, si viene quasi subito travolti dalla mitologia che hanno generato, da un misticismo popolare che il mondo occidentale ha fatto proprio negli ultimi cento anni: il taoismo, le magiche virtù curative del tai chi, l'archetipo dell'asiatico dei tempi antiche che può fare miracoli, ed è un pozzo di saggezza confuciana e taoista.
C'è una gran quantità di leggende: maestri di tai chi che possono spostare le persone senza toccarle, o radicarsi al suolo in modo tale che nemmeno sette uomini, combinando le loro forze, riescono a spingerli via (qualcosa di analogo alla levitazione dello yogi, insomma). Tutti conosciamo il personaggio dell'anziano maestro che allena il giovane guerriero nei film di kung fu, un'icona ricorrente da Karate Kid a Kill Bill.
Le MMA, naturalmente, sono state il banco di prova ultimo per tutti quei tipi che affermavano di possedere tecniche cosi letali da non poterle neppure praticare, e che finivano regolarmente presi a calci.
Il kung fu, con le sue rigide stilizzazioni e l'enfasi sulle forme, è il principale imputato di questa categoria.
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