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mercoledì 8 marzo 2017

Cecità mentale. Mancanza di tempo. In un batter di ciglia.

La seconda causa di cecità mentale è la mancanza di tempo.
“Quando ti manca il tempo” osserva De Becker “sei soggetto alla reazione istintiva di qualità più bassa”.
Spesso non pensiamo al ruolo che ha il tempo nelle situazioni in cui è in gioco la vita: forse Hollywood ci ha confuso le idee su ciò che accade realmente in uno scontro violento.

“Quando prendiamo una decisione in una frazione di secondo” osserva Payne “siamo estremamente vulnerabili ai nostri stereotipi e pregiudizi, anche a quelli da cui pensiamo di essere immuni, e rischiamo di farci guadare da essi”.

Le nostre capacità di thin-slicing e di giudizio istanteanee sono straordinarie, ma anche il gigantesco computer nascosto nel nostro inconscio ha bisogno di un attimo per fare il suo lavoro.

Accettano come dato di fatto che, una volta che l’incidente è in corso, non si può fare niente per bloccarlo o controllarlo.
E, quando sono in ballo le nostre reazioni istintive, tale modo di vedere è fin troppo diffuso.
Ma è il presupposto sbagliato.
Il pensiero inconscio è, per un aspetto fondamentale, non molto diverso da quello conscio: in entrambi, con l’addestramento e l’esperienza, la nostra capacità di decisione rapida può migliorare.


In condizioni di tensione, l’eccitazione estrema e la cecità mentale sono inevitabili?
Naturalmente no.

Anche la lettura della mente è una capacità che migliora con la pratica.
Silvan Tomkins, forse il più grande lettore della mente di tutti i tempi, non smetteva mai di esercitarsi.

Conclusione: ascolare con gli occhi.

Le audizioni sono classici momenti di thin-slicing.
Gli esperti di musica classica sostengono di poter dire se un musicista è bravo o no in pochi istanti, a volte fin dalle prime battute, a volte addirittura alla prima nota.

Troppo spesso, di fronte a ciò che accade in un batter di ciglia, siamo rassegnati.
Non ci sembra di poter esercitare un grande controllo su ciò che balza in superficie dall’inconscio.

Ma non è così.
Se possiamo controllare il contesto in cui la cognizione rapida ha luogo, possiamo controllare la cognizione rapida.


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