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lunedì 9 gennaio 2017

Decisioni istantanee: In un batter di ciglia.

La porta chiusa: vita segreta delle decisioni istantanee.

Non molto tempo fa Vic Braden, istruttore di tennis di fama mondiale, iniziò a notare che, tutte le volte che vedeva una partita, gli scuccedeva una cosa strana.
Nel tennis il giocatore ha a disposizione due tentativi di battuta per giocare un servizio valido. se li sbaglia entrambi, è doppio fallo.
La cosa di cui Braden si accorse è che sapeva sempre in anticipo quando un tennista avrebbe commesso doppio fallo.

Un anno, al grande torneo di Indian Wells, nel sud della California, non lontano da casa sua, Braden decise di tenere il conto e scoprì di aver pronosticato, nelle partite che aveva visto, sedici doppi falli su diciassette.

“Ero letteralmente terrorizzato. Stavo per azzeccarne venti su centi, e stiamo parlando di gente che non fa doppio fallo quasi mai”.

I giudizi di questo genere sono, innanzitutto, velocissimi, si basano su fette d’esperienza sottilissime, ma sono anche inconsapevoli.

“Mio padre, si siede e ti imbottisce di teorie per spiegarti perchè fa quello che fa” racconta il figlio del finanziere miliardario George Soros.
“Mi ricordo che da ragazzino lo guardavo e pensavo: almeno per la metà sono sciocchezze. sapete perchè modifca la sua posizione sul mercato? Perchè la schiena iniza a fargli male da morire. Gli viene lettralmente un crampo: è il primo avvertimento”.

Per imparare a migliorare la qualità delle nostre decisioni, dobbiamo accettare la natura misteriosa dei giudizi istantanei.
Dobbiamo arrenderci al fatto che è possibile sapere senza sapere perchè, e che, a volte, è meglio cosi.


Una ventina di uomini e donne si riunirono nella saletta di un bar di Manhattan per un rituale noto come “speed-dating”, o “appuntamento-lampo”.

Ogni uomo, disse, avrebbe avuto sei minuti per conversare con ogni donna.
Le donne sarebbero rimaste sedute per l’intera serata e gli uomini sarebbero passati dall’una all’altra cambiando posto.

Lo speed-dating è diventato immensamente popolare in tutto il mondo negli ultimissimi anni, e non è difficile capire il perchè.
E’ il distillato di un appuntamento, la sua riduzione a un giudizio istantaneo.
Ognuno che sieda a uno di quei tavolini cerca di rispondere a una semplicissima domanda: ho voglia di vedere questa perona un’altra volta?

Braden ha avuto un’esperienza simile lavorando con atleti professionisti.
Nel corso degli anni ha cercato di parlare con il maggior numero possibile di campioni del tennis, chiedendo loro come giocano e perchè giocano cosi e, immancabilmente, è rimasto deluso.
“Con tutte le ricerche che abbiamo condotto con tennisti di primo piano, non ne abbiamo trovato uno che sapesse e fosse capace di spiegare esattamente e con coerenza quello che fa” racconta.
“In momenti diversi danno risposte dierse, oppure danno risposte semplicemente prive di senso”.


Braden si è trovato di fronte allo stesso problema con il giocatore di baseball Ted Williams, forse il più grande battitore di tutti i tempi, universalmente esaltato per la sua maestria e il suo intuito.
Una cosa che diceva sempre è che poteva vedere la palla sulla mazza, cioè riusciva a seguirne la traiettoria fino al momento dell’impatto.
Ora, lavorando con i tennisti, Braden ha scoperto che è impossibile.
Nell’ultimo metro e mezzo di volo verso il giocatore, la palla da tennis è troppo vicina e troppo veloce per poter essere vista.
Il giocatore, in quel momento, è come se fosse cieco.
Lo stesso vale per il baseball.

Gli dissi: “Senti, Ted, abbiamo appena condotto uno studio: nessun essere umano può seguire la palla fin sulla mazza, è una cosa di tre millesimi di secondo”.
Lui fu onesto.
“Allora” rispose “mi sarà soltando sembrato di riuscire a farlo”.

Noi, come essere umani, abbiamo questo problema: ci raccontiamo delle storie.
Siamo un pò troppo pronti a dare spiegazioni di cose per le quali in realtà non abbiamo una spiegazione.

Nelle storie d’amore lo capiamo bene.

Sappiamo di non poter descrivere razionalmente il tipo di persona di cui ci innamoreremo: per questo ci si da appuntamento e si esce insieme, per verificare le nostre teorie su chi ci attrae.
E tutti sanno che, per imparare a giocare a tennis o golf o a suonare uno strumento, è meglio avere un esperto che ti faccia vedere come si fa, invece di limitarsi a dirtelo.
Se noi impariamo dall’esempio e dall’esperienza diretta, è perchè le istruzioni verbali hanno dei limiti oggettivi.

La gente è all’oscuro di cio che influenza le sue azioni, ma raramente si sente “all’oscuro.”
Bisogna che accettiamo la nostra ingoranza e che diciamo più spesso “non lo so“.

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