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mercoledì 28 marzo 2012

Frasi libri: Fight Club - Chuck Palahniuk - 3.

Tyler e io andiamo ancora al fight club, insieme. Il fight club è lo scantinato di un bar, adesso, il sabato sera, dopo l'ora di chiusura, e settimana dopo settimana , quando ci vai ci trovi più gente.

La prima cosa che Tyler grida è: "La prima regola del fight club è che non si parla del fight club".

Quella che vedi al fight club è una generazione di uomini cresciuti da donne.

"E la settima regola" grida Tyler "è che se questa è la vostra prima sera al fight club, dovete combattere".

Le palestre dove vai sono affollate di tizi che cercano di sembrare uomini, come se essere un uomo equivalesse ad avere l'aspetto che ha in mente uno scultore o un pubblicitario.
Come dice Tyler, anche un soufflè è bello pompato.

Quando mi sono trovato un lavoro e ho compiuto venticinque anni, in interrurbana gli ho chiesto, e adesso? Mio padre non sapeva, così mi ha risposto: sposati.
Sono un ragazzo trentenne e mi domando se un'altra donna è davvero quello che mi occorre.

Vedi un tizio che viene al fight club per la prima volta e ha il culo come una pagnotta bianca. Vedi lo stesso sei mesi dopo e sembra scolpito nel legno. Lo vedi che si sente sicuro di affrontare qualsiasi cosa.

Se non sei mai stato in combattimento sei pieno di interrogativi. Sei li che ti chiedi com'è farsi male, cosa saresti capace di fare a un altro uomo. Io sono stato il primo a cui Tyler si è sentito di poter chiedere senza timore ed eravamo ubriachi tutt'e due in un bar dove a nessuno importava niente di noi, così Tyler ha detto: "Voglio che mi fai un favore. Voglio che mi tiri un cazzotto più forte che puoi".


Io non volevo, ma Tyler mi ha spiegato tutto, tutta la storia di non voler morire senza cicatrici, di essere stanco di vedere solo combattimenti di professionisti e di voler sapere di più di se stesso.
Mi ha raccontato dell'autodistruzione.
All'epoca la mia vita mi sembrava troppo completa e forse abbiamo bisogno di spaccare tutto per tirar fuori qualcosa di meglio da noi stessi. Mi sono guardato intorno e gli ho detto di si. Va bene, gli ho detto, ma fuori nel parcheggio.
Così siamo usciti e gli ho detto se lo voleva in faccia o in pancia.
"Sorprendimi" ha detto Tyler.
Io ho detto che non avevo mai picchiato nessuno.
"Allora dai fuori di matto" ha detto Tyler.
Io gli ho detto di chiudere gli occhi.
"No" ha detto Tyler.
Come quelli al primo combattimento al fight club ho preso fiato e ho menato una sventola al mento di Tyler come in tutti i film di cowboy che avevo visto e nel caso mio il pugno lo ha raggiunto al collo.

Niente era risolto alla fine del combattimento, ma niente contava.

La maggior parte di quelli che vengono al fight club ci vengono per via di qualcosa contro cui hanno paura di combattere. Dopo qualche combattimento hai molta meno paura.
"Non è perchè ti ficchi le penne nel culo che diventi una gallina" dice Tyler.

"Almeno Marla sta cercando di toccare il fondo" dice Tyler.

Tyler dice che io non sono nemmeno vicino ad aver toccato il fondo. E se non precipito completamente non posso essere salvato. Gesù lo ha fatto con quella sua storia della crocefissione.

Io dovrei separarmi dall'automiglioramento e dovrei lanciarmi a capofitto verso il disastro.
Non posso continuare a giocare sul sicuro.

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