Automotivazione.
Cos'è, da dove viene, come funziona.
Ciò che considero di maggior valore è stato dovermela cavare da solo.
Piero Angela.
Anche gli animali possono impegnarsi pur in assenza di incentivi diretti e senza essere spinti dall'urgenza di un bisogno immediato.
Al pari di un uomo che scala una montagna senza essere mosso da una ricompensa, o dall'ordine di qualcuno, ma solo per il piacere di verificare i propri limiti.
Così anche negli animali sono presenti comportamenti lucidi ed esplorativi.
Quando facciamo qualcosa per passione, perchè proviamo piacere nel farlo, indipendentemente da ricompense o da un’approvazione esterna, siamo di fronte alla motivazione intrinseca.
Possiamo allenarci a correre per avere un aspetto migliore o per cercare nell’agonismo una sorta di status: e questa è una motivazione estrinseca.
Ma ci sono sempre più persone che corrono perchè amano farlo, perchè vogliono scoprire i propri limiti, perchè amano sentirsi "capaci", a prescindere dalla classifica o dai premi: e questa è una motivazione intrinseca.
Nella vita siamo sempre mossi da una mescolanza di entrambe le tipologie, anche se possiamo quasi sempre distinguerne una prevalente.
La sindrome di Ulisse.
I piedi sono congelati, il vento aspira ogni stilla di calore dai muscoli e dalle giunture, e io sento che non potrò mai più riuscire a scaldarmi per il resto della mia vita.
Vorrei rimanere qui, rinchiuso nella tenda, ma poi quella voce mi ordina: "vai fuori, vai fuori e provaci".
D. Hempleman-Adams, Polo Nord.
Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.
Dante, Inferno, Canto XXVI.
Facendo leva sul senso di competenza, sul piacere di farcela, possiamo ottenere dalle persone un impegno straordinario.
Chi è mosso dalla motivazione intrinseca è più resiliente.
La sua spinta motivazionale non viene demolita dalle difficoltà, come invece succede comunemente da chi è mosso da rinforzi esterni.
Essa infatti trasforma gli ostacoli in sfide.
Come abbiamo visto, la peculiarità del cervello umano risiede nella sua incompiutezza al momento della nascita: due settimane dopo la nascita, il cervello del neonato presenta pochissimi prolungamenti dendrici (cioè collegamenti tra neuroni): esso è del tutto immaturo.
Ciò conduce ad un’importante conseguenza: per lunghi anni, mentre si sta ancora formando, il cervello umano rimane esposto all’influenza dell’ambiente.
Alla fine è l’ambiente che lo plasma.
E proprio perchè è il più immaturo, è anche il più modellabile.
Il destino dell’uomo è quello di un perpetuo allenamento.
La motivazione produce l’impegno, e a furia di impegnarci diventiamo più bravi, aumentando il nostro senso di competenza o senso di autoefficacia.
Sentirsi competenti è fonte di piacere e di emozioni positive.
Questo piacere, a sua volta, stimola livelli più elevati di impegno.
L’impegno sviluppa nuovi apprendimenti e nuove connessioni cerebrali oltre ad accrescere il senso di competenza.
L’accresciuto senso di competenza produce nuovo piacere, dando origine ad un circolo vizioso motivazionale.
Dobbiamo sottolineare i progressi!
Diversi studi dimostrano che i soggetti che ricevono un feedback prestativo e che possono monitorare i propri progressi, si divertono maggiormente e sono motivati a impegnarsi di più.
Un caratteristica importante dell’automotivazione sta nella sua paradossale proprietà di non essere abbattuta dalle situazioni difficili.
Cos'è, da dove viene, come funziona.
Ciò che considero di maggior valore è stato dovermela cavare da solo.
Piero Angela.
Anche gli animali possono impegnarsi pur in assenza di incentivi diretti e senza essere spinti dall'urgenza di un bisogno immediato.
Al pari di un uomo che scala una montagna senza essere mosso da una ricompensa, o dall'ordine di qualcuno, ma solo per il piacere di verificare i propri limiti.
Così anche negli animali sono presenti comportamenti lucidi ed esplorativi.
Quando facciamo qualcosa per passione, perchè proviamo piacere nel farlo, indipendentemente da ricompense o da un’approvazione esterna, siamo di fronte alla motivazione intrinseca.
Possiamo allenarci a correre per avere un aspetto migliore o per cercare nell’agonismo una sorta di status: e questa è una motivazione estrinseca.
Ma ci sono sempre più persone che corrono perchè amano farlo, perchè vogliono scoprire i propri limiti, perchè amano sentirsi "capaci", a prescindere dalla classifica o dai premi: e questa è una motivazione intrinseca.
Nella vita siamo sempre mossi da una mescolanza di entrambe le tipologie, anche se possiamo quasi sempre distinguerne una prevalente.
La sindrome di Ulisse.
I piedi sono congelati, il vento aspira ogni stilla di calore dai muscoli e dalle giunture, e io sento che non potrò mai più riuscire a scaldarmi per il resto della mia vita.
Vorrei rimanere qui, rinchiuso nella tenda, ma poi quella voce mi ordina: "vai fuori, vai fuori e provaci".
D. Hempleman-Adams, Polo Nord.
Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.
Dante, Inferno, Canto XXVI.
Facendo leva sul senso di competenza, sul piacere di farcela, possiamo ottenere dalle persone un impegno straordinario.
Chi è mosso dalla motivazione intrinseca è più resiliente.
La sua spinta motivazionale non viene demolita dalle difficoltà, come invece succede comunemente da chi è mosso da rinforzi esterni.
Essa infatti trasforma gli ostacoli in sfide.
Come abbiamo visto, la peculiarità del cervello umano risiede nella sua incompiutezza al momento della nascita: due settimane dopo la nascita, il cervello del neonato presenta pochissimi prolungamenti dendrici (cioè collegamenti tra neuroni): esso è del tutto immaturo.
Ciò conduce ad un’importante conseguenza: per lunghi anni, mentre si sta ancora formando, il cervello umano rimane esposto all’influenza dell’ambiente.
Alla fine è l’ambiente che lo plasma.
E proprio perchè è il più immaturo, è anche il più modellabile.
Il destino dell’uomo è quello di un perpetuo allenamento.
La motivazione produce l’impegno, e a furia di impegnarci diventiamo più bravi, aumentando il nostro senso di competenza o senso di autoefficacia.
Sentirsi competenti è fonte di piacere e di emozioni positive.
Questo piacere, a sua volta, stimola livelli più elevati di impegno.
L’impegno sviluppa nuovi apprendimenti e nuove connessioni cerebrali oltre ad accrescere il senso di competenza.
L’accresciuto senso di competenza produce nuovo piacere, dando origine ad un circolo vizioso motivazionale.
Dobbiamo sottolineare i progressi!
Diversi studi dimostrano che i soggetti che ricevono un feedback prestativo e che possono monitorare i propri progressi, si divertono maggiormente e sono motivati a impegnarsi di più.
Un caratteristica importante dell’automotivazione sta nella sua paradossale proprietà di non essere abbattuta dalle situazioni difficili.
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1 commenti:
Adoro i libri di Trabucchi, ne consiglio vivamente la lettura, soprattutto per chi scava dentro se alla ricerva di motivazione intrinseca.
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